10 cose che hanno ispirato Darkwing

Dopo le 5 cose a cui Darkwing sembra ispirato ma non lo è, ecco le 10 cose a cui mi sono ispirato davvero!

1. PKNA

PKNA

PKNA

Se non fosse stato per questo mitico fumetto, non solo Darkwing non esisterebbe, ma probabilmente io non avrei nemmeno iniziato a scrivere. Il prototipo di Darkwing fu tratto infatti da una fanfiction ispirata proprio da PKNA. Potete trovare delucidazioni al riguardo (assieme a moltissime piccole curiosità e a una valanga di schizzi inediti) nell’articolo in tre parti “Le origini segrete di Darkwing” che, se vi considerate appassionati, vi consiglio caldamente di leggere!

2. Lupo Solitario

Lupo Solitario

Le avventure di Lupo Solitario di Joe Dever furono il primo ciclo fantasy che ho letto e una delle massime fonti di ispirazione per la creazione del mondo di Corown. L’ordine dei Ramas mi ha fatto da modello per i Toras e i Solar, particolarmente per quanto riguarda la gerarchia di questi ultimi. Per riconoscenza verso l’autore, ho voluto inserire come omaggio in Darkwing alcuni nomi che fanno riferimento a questa affascinante saga! Ad esempio Landar, il cavallo di Peter, è anche il vero nome del protagonista Lupo Solitario. Un applauso a chi riesce a scoprirli tutti!

3. Berserk

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Berserk

Un guerriero nero incede facendosi strada con una gigantesca spada tra un’orda di demoni. Difficile dimenticare immagini simili! Il ciclo di Berserk di Kentaro Miura, a cui mi appassionai poco prima di creare il primo prototipo di Darkwing, è stato un mio grandissimo punto di riferimento, sia per la figura suggestiva di un guerriero maledetto, sia per l’impatto visivo delle tavole, particolarmente nelle sequenze di azione. La sua brutale potenza narrativa, unita a una sensibilità talvolta toccante, mi hanno fatto amare questa serie dal primo momento. Analizzare a fondo il lavoro di Miura mi è stato utile anche per individuare alcuni errori da evitare: ad esempio non riempire la serie di personaggi usa e getta, e non allungare inutilmente il brodo…

4. Il Signore degli Anelli

Il Signore degli Anelli

Un modello che mi ha dato una spinta iniziale, ma subito superato. In effetti volevo fare qualcosa che citasse LOTR, ma che allo stesso tempo vi si contrapponesse, anzi fosse per certi versi del tutto opposto! Tolkien si prendeva estremamente sul serio qualsiasi cosa scrivesse, era il suo stile. Io, pur nel desiderio di ispirarmi al suo classico, volevo invece qualcosa che fosse anche capace di giocare, di sfidare gli stereotipi e di prendere un po’ in giro i capostipiti del fantasy come LOTR che invece tanti autori così fedelmente ricalcano. La sintesi è nella frase ormai celebre: “Una lama per squartarli, una lama per sventrarli, una lama per scuoiarli e del tutto disossarli!”

I lettori più attenti magari avranno notato anche altre frecciatine sparse qua e la’, ad esempio al ciclo di Shannara di Terry Brooks e all’Eragon di Paolini.

5. Terminator

terminator

Terminator

Robot inviati dal futuro con una missione che ha a che fare con un’apocalisse nucleare. ‘Nuff said!
Terminator è un classico della fantascienza che mi ha ispirato in molti modi, particolarmente per quanto riguarda il personaggio di Lerryt, fisicamente modellato proprio sul T-101 interpretato da Arnold Schwarzenegger. Ma sono presenti anche riferimenti meno ovvi, ad esempio Tom è sottilmente ricalcato sulla figura del giovane John Connor in Terminator 2: una piccola canaglia in grado di cavarsela in ogni situazione, traumatizzato da una madre fuori di testa. Nel 2° libro di Darkwing c’è una scenetta in particolare che omaggia questo film che forse molti riconosceranno!

6. I Cavalieri dello Zodiaco

I Cavalieri dello Zodiaco/Saint Seiya

Va bene, qui non parliamo solo di suggestioni visive ma di storie di formazione! I Cavalieri dello Zodiaco sono stati una delle grandi passioni della mia infanzia e mi rendo conto che mi hanno influenzato molto anche a livello culturale, le loro epiche battaglie intrise di discorsi su speranza, giustizia e lealtà riecheggiano ancora dentro di me dopo tutti questi anni. Per quanto questa serie potesse risultare barocca nei dialoghi, ripetitiva nelle situazioni e addirittura snervante nel suo continuo procedere per sforzi disumani, la suggestione che mi ha lasciato è molto profonda. Guerrieri sacri dotati di rifulgenti armature e di un’inesauribile energia interiore, in perenne lotta per la giustizia; come non ravvisare questa tematica in Darkwing? Non a caso i Solar oltre che “cavalieri” sono spesso definiti anche “Santi del Radiant”, un termine ispirato ai “Saints” della serie ideata da Masami Kurumada. Di diverso c’è che i Solar tendono verso un realismo molto maggiore, scevro da tante sviolinate poetiche (che pure mi piacevano, ma mal si adattano alla mentalità scientifica su cui si basa Darkwing), e il loro dono li rende dei diversi in cerca di accettazione, cui è affidato l’ingrato compito non solo di proteggere Corown ma anche di barcamenarsi tra il loro ruolo di guerrieri consacrati e il desiderio di vivere come persone comuni dotate di desideri e debolezze umane, anche di tipo carnale (tematica questa a malapena sfiorata in Saint Seiya).

Naturalmente, il fatto che in questo classico anime le donne fossero spesso ridotte al ruolo di donzelle da salvare o addirittura di vittime sacrificali caste e pure dominate da un crudele destino, non faceva per me e oggi suona decisamente anacronistico; anzi, mi interessava molto esplorare come una vita del genere fosse vissuta anche dall’altra metà del cielo, perciò ho inteso fin da subito che i Solar dovessero essere egualitari nel trattamento di uomini e donne (come ricorderete in Saint Seiya le sacerdotesse guerriero dovevano portare una maschera e non potevano salire molto di rango). Il fatto che le donne fossero accettate come guerriere nella cultura euriana mi ha spinto anche sulla strada di un mondo culturalmente più moderno rispetto a quanto immaginavo all’inizio.

7. Silent Hill

Silent Hill

Al di la’ della citazione abbastanza ovvia della Foresta di Silentwood, la suggestione riguarda più in generale il concept del non-morto come un essere distorto che conserva ancora “qualcosa di umano”.

Avete presente Walking Dead? Ecco, non c’entra niente.

Vi confesso una cosa: a me in realtà, gli zombi non piacciono proprio. Anche se siamo in un periodo in cui vanno di gran moda. L’innovazione portata nel genere horror da Silent Hill, secondo me, risiede proprio nel fatto che i non-morti non sono ridotti a semplici cadaveri a cui sparare, ma piuttosto degli esseri umani intrappolati in una dimensione metafisica. A volte non c’è una vera e propria morte e resurrezione, ma piuttosto una trasfigurazione, non solo fisica ma anche interiore, che deriva dall’essere entrati a far parte di un qualcosa di malvagio e soprannaturale. La condanna a cui queste creature sono soggette è il triste frutto di peccati passati; però hanno ancora sentimenti e bisogni umani, e questo moltiplica il senso di orrore che si prova nel relazionarsi con loro. Sono, allo stesso tempo, carnefici e vittime. Questo era esattamente il concetto che ho voluto cercare di trasmettere con i Silenziosi.

Silenziosi

A un certo punto mi sono dato una sorta di regola, ovvero che in Darkwing tutti i non-morti dovessero possedere ancora un barlume di coscienza umana. Ciò poteva renderli non delle semplici miniature da gioco di ruolo da fare a pezzi, ma dei veri e propri personaggi in grado addirittura di suscitare compassione. L’intera avventura di Silentwood deriva proprio da questo concetto del “non-morto umano” ancora capace di provare emozioni.

8. A Game of Thrones

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Game of Thrones

Come ho detto a più riprese, la lettura dei romanzi di George R. R. Martin ha segnato per me un punto di svolta a livello narrativo e stilistico. L’esercizio più interessante è stato proprio il tentativo di creare un connubio tra le fonti di ispirazione, evidentemente di stampo fumettistico e manga, con uno stile di narrazione che si addicesse a un mondo realistico.

9. Gargoyles

Gargoyles

Ciò che mi ha ispirato maggiormente di questa veneratissima serie (la preferita assoluta di mia moglie e molto in alto anche nella mia personale classifica) non sono stati gli elementi della trama e nemmeno le tematiche, piuttosto direi il disinvolto mix di fantasy e fantascienza che la caratterizza, ma soprattutto lo stile narrativo del creatore Greg Weisman. Anche in Darkwing infatti ritroviamo stilemi narrativi tipici di Gargoyles, con sottotrame che si sviluppano sulla lunga durata e personaggi che possono scomparire e ripresentarsi dopo diverso tempo, magari rinnovati, o che si rendono protagonisti di rivelazioni inattese. Questo senso di continuità ed evoluzione è una delle cose che ho gradito maggiormente in Gargoyles e ha influenzato profondamente il mio modo di costruire le trame.

10. Dragonball

Buon appetito Goku, aricordete che chi magna da solo se strozza!

Per le mangiate!!! E vabbé, ora ve l’ho detto!

… e nel caso ve lo steste ancora chiedendo, no,

Naruto-Shippuden

Naruto

non c’entra niente.

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3 risposte a 10 cose che hanno ispirato Darkwing

  1. lorerama ha detto:

    Lupo Solitario è stato il libro che mi ha introdotto al Fantasy, poi venne l’infelice svolta verso Terry Brooks…
    Di PKNA avevo una collezione che comprendeva i numeri zero timbrati… ma poi me la sono venduta… per cui non seguo può la storia..
    Tutto per dire che buona parte delle tue ispirazioni mi riportano al passato (compresi i cavalieri attraverso cui ho imparato l’ordine dei dodici segni zodiacali) .
    Ma quel che mi lascia di stucco è Another World (nell’altro articolo), neache lo ricordavo, eppure assieme a Doom è stato uno dei giochi che ha segnato la mia infanzia con l’Amiga 500.
    Be’, a quanto pare abbiamo molti punti in comune, e questo renderà più interessante la lettura del tuo romanzo.
    Lorenzo

  2. P Marina ha detto:

    Cavalieri dello zodiaco!!! E soprattutto PKAN!! PKNA!!!! Ho la collezione completa 😀

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