Le origini segrete di Darkwing – 1° parte

C’era una volta un misterioso straniero, giunto da un mondo lontano, che fu scelto da una spada maledetta per portare la distruzione su Corown…

No, un momento! Questa storia ormai la conoscono tutti i nostri lettori. Oggi voglio raccontarvene un’altra… una storia prima della storia. No, non un prequel… quello l’abbiamo già fatto ;). La storia che voglio raccontarvi è quella, mai raccontata per intero, delle origini di Darkwing. In molti credono che l’autoproduzione sia stato l’inizio, ma in realtà è iniziato tutto molto prima…

L’Era Pikappica

Dobbiamo tornare agli anni ’90, quelli della mia adolescenza, quando imperversava un fumetto che ha lasciato il segno in una generazione: PKNA.

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Il leggendario PKNA #0! Genuflettetevi, miscredenti!

Il primo amore non si scorda mai, e certamente per me Paperinik New Adventures rappresentò un’esperienza profonda che mi spinse a diventare un fan attivo oltre che un lettore. Attraverso il sito PKers e i gruppi di discussione, col nome di Silverware divenni un personaggio piuttosto noto nella community – anche per i suoi eccessi – e scrissi le mie prime fanfiction, molte delle quali rimaste incomplete per l’incostanza di quei tempi. Furono i miei primi veri esercizi di scrittura (tecnicamente molto imperfetti ma comunque apprezzati dai lettori) e tutto ciò accese in me l’interesse per il fumetto come aspirazione professionale.

Questo interesse mi portò a frequentare negli anni vari corsi di fumetto. Il primo di essi fu quello di Acquaviva, nell’anno 2001, dove incontrai Giorgio Pezzin che a dispetto della breve frequentazione mi incoraggiò molto. Qui conobbi Rita Micozzi, disegnatrice e mia futura moglie, che a quel tempo frequentava ancora la Scuola Internazionale di Comics e nutriva il mio stesso interesse verso PK, di cui disegnava fanart a tempo perso. Dato che gestivo il principale sito sull’argomento mi offrii con gioia di pubblicare i suoi disegni. E un bel giorno, mentre radunavo il materiale, sul suo diario di scuola trovai questo.

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Orgasmo: sensazione di piacere travolgente che può essere provocata da stimolazione diretta o visioni eccitanti (Zanichelli)

Un semplice schizzo che per me rappresentò una folgorazione. PKNA aveva ridefinito il classico personaggio di Paperinik come supereroe protagonista di una spettacolare serie di fantascienza, ma nessuno aveva pensato a proporlo in chiave fantasy – un genere che nel 2001-2002 stava esplodendo grazie alla trilogia cinematografica del Signore degli Anelli.

PKNA#18 - Antico Futuro

PKNA#18 – Antico Futuro. Nice try.

C’era stato, in verità, un episodio (il numero 18, “Antico Futuro” scritto dal mio conoscente Gianfranco Cordara e disegnato da Marco Forcelloni) in cui era stato compiuto un tentativo del genere, che si era anche rivelato un esperimento interessante ma aveva lasciato la sensazione che l’idea si potesse sfruttare più a fondo. Io concepii immediatamente qualcosa di più completo, una vera e propria serie parallela, quasi un “What If”. Come sarebbe stato PK… fantasy? Soprattutto, come calare Pikappa in un contesto del genere in modo che non sembrasse forzato?

L’input venne da uno dei numeri a tutt’oggi considerati tra i migliori dell’intera serie: PKNA #14 – Carpe Diem, di Artibani/Barbucci/Migheli. In questo episodio Pk univa le forze con un’organizzazione criminale per fermare un’anomalia temporale che minacciava di spazzare via l’intero continuum. La sceneggiatura conteneva uno spunto interessante: una volta risolto il problema, l’Organizzazione era pronta a tradire Pk e ad esiliarlo in un’altra epoca, ma il nostro eroe riusciva a tornare a casa stringendo un accordo col Razziatore, il suo più acerrimo rivale.

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PKNA #14 – Carpe Diem. Cioè. Mica pizzeffichi.

A questo punto mi sono chiesto: “E se le cose per Pikappa fossero andate diversamente?” Da questa semplice premessa l’idea di una realtà alternativa iniziò a prendere forma.

In questa fanfiction, Carpe Diem aveva avuto un finale ben diverso: Pikappa era stato davvero abbandonato nel medioevo, ma non quello che conosciamo… infatti il caos prodotto dall’anomalia aveva fatto sì che finisse per errore in una dimensione parallela, un mondo medievale ma in cui vivevano creature fantastiche, dove la magia prendeva il posto della tecnologia. E poiché non si trovava nel passato terrestre nessun tempoliziotto poteva riportarlo a casa! Niente più intelligenze artificiali, quindi, né alieni e viaggi nel tempo, ma elfi, nani, orchi, magia, cappa e spada; e soprattutto nuovi comprimari. Questa era la premise di un romanzo online a episodi che chiamai proprio, forse con poca immaginazione ma molta immediatezza, PK Fantasy.

PK Fantasy, la fanfiction

Primissimo concept di PK Fantasy, da notare la Spada dai Sette Occhi ancora non definita e lo scudo sul modello dell’Extransformer. (Rita Micozzi, 2002)

Naturalmente, i fan sono più portati a imitare ciò che amano che a creare prodotti originali, perciò questo primo PK Fantasy era poco più che un’accozzaglia di PKNA mescolato con altre cose che mi piacevano tratte da giochi di ruolo, film, libri e quant’altro. All’epoca stavo in fissa col Signore degli Anelli e con Berserk, quindi sostanzialmente, il risultato fu una via di mezzo tra le due cose. Una fanfiction buttata lì per divertimento, niente di più. All’epoca non immaginavo di farne qualcosa di serio.

Il primo studio di gruppo con tutti i personaggi principali di PK Fantasy!

Il primo studio di gruppo con tutti i personaggi principali di PK Fantasy! (Rita Micozzi, 2002)

assirelli_pkf_pkknightPerò, gli elementi base della storia erano già tutti lì. Il segno distintivo dell’eroe non era più il caratteristico scudo Extransformer (comunque rimpiazzato da uno scudo espandibile che lo richiamava) ma una spada maledetta che racchiudeva un potere oscuro e cercava di asservire il suo stesso portatore. La psicologia di Paperinik era già stata ridefinita nell’epico PKNA #10 – Trauma (T. Faraci/L. Pastrovicchio), che aveva portato il personaggio verso una dimensione più stoica mettendolo a confronto con le proprie paure; quel dannato capolavoro aveva marchiato a fuoco nel cuore dei fan il concetto di Pikappa come un eroe adulto in cui convivevano coraggio e paure, un capovolgimento totale rispetto alla classica visione comica del supereroe Disney, che mi aveva lasciato col desiderio di andare ancora più in la’. L’idea di accostare un personaggio autoironico dall’animo nobile, ma anche irascibile, a un’entità che lo spingeva a diventare violento e malvagio, stabiliva alla base della storia un conflitto interiore dai mille risvolti interessanti. La lotta di Paperinik contro i suoi classici nemici, ora diventava prima di tutto una lotta contro se stesso e i propri demoni; il vero nemico non lo affrontava più solo quando metteva il costume, ma lo portava con sé, nella forma di un potere seducente che scuoteva i suoi pilastri morali, di cui tuttavia doveva servirsi per sopravvivere alle sfide che incontrava. pk-uno-no-moreSi ritrovava inoltre isolato dalla famiglia e da ogni forma di sostegno offerta dai suoi alleati; soprattutto questa trama si sbarazzava dell’invadente presenza di Uno, l’intelligenza artificiale che in PKNA forniva a Pikappa ogni sorta di aiuto e che col tempo si era trasformato in una specie di baby-sitter elettronica che sottraeva indipendenza al personaggio. Io volevo invece un’occasione per ricondurre Paperinik alle sue origini di eroe intraprendente, che possedeva anche dei lati tenebrosi. Togliendo al personaggio ogni sicurezza e strappandolo al suo contesto di supereroismo quotidiano, avevo le mani libere per svilupparlo in una direzione del tutto nuova. Così, esiliato e tormentato, Pikappa era costretto ad affrontare un pericoloso viaggio per trovare il modo di liberarsi della spada e tornare a casa, viaggio che lo avrebbe portato a incontrare dei nuovi compagni ma anche ad affrontare nuovi, pericolosi nemici.

Evoluzione della Spada dai Sette Occhi (studi di Nicolò Assirelli, 2002)

L’idea della Spada dai Sette Occhi fu una delle prime in assoluto che inserii in questa storyline e credo sia stato anche l’unico elemento a restare pressoché inalterato fin dalla stesura originale. Non essendo vincolato dai canoni Disney potevo fare ciò che volevo, perciò mi divertii a immaginare che questa spada potesse all’occorrenza trasformare l’innocuo Paperinik in un violento e potentissimo guerriero che si scatenava in accessi incontrollabili di furia berserk. PK BerserkNon a caso un primissimo teaser di questa serie era contenuto proprio nel finale di un’altra fanfiction a fumetti, PK Berserk, scritta da me e disegnata parzialmente da un Nicolò Assirelli allora quattordicenne ma già bravissimo – anche questa mai completata, ma potete trovarne ancora alcuni schizzi qui. Nell’ultimissima tavola, come metafora della stanchezza per il target infantile a cui era stata relegata la testata, si vede Pikappa uscire di scena per “entrare” in una nuova serie, con la Spada dai Sette Occhi sulle spalle. Rappresenta un po’ l’istantanea del passaggio del testimone tra il PK classico e la nuova ambientazione di PK Fantasy che in quel periodo stavo definendo.

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Anche i personaggi principali, seppure ancora allo stato embrionale, presero forma in questa fase. Lidia, Tom, Lyse, Kai, Lerryt, Sindel e Vonatar erano già tutti in questo prototipo e sono cambiati pochissimo, sorvolando sul fatto che alcuni di loro erano stati concepiti originariamente come paperi, per rientrare nel canone grafico Disney.

Il primissimo studio di Vonatar (2002)

Studi vari di Sindel di Nicolò Assirelli e Rita Micozzi

Gli unici personaggi che si ricollegavano direttamente al classico PKNA erano Lidia e Lerryt, che in questo prototipo erano due droidi tempoliziotti rimasti intrappolati a loro volta su Corown durante l’incidente di Carpe Diem (per maggiori dettagli vi rimando alle loro schede nella Bibbia di Darkwing).

Lerryt

Lerryt

PK Fantasy, in realtà, non vide mai la luce. Ne scrissi alcuni “webisodi” senza mai pubblicarli, limitandomi a farli leggere ad alcuni amici a cui piacquero molto, pur nella loro ingenuità. Man mano che ci lavoravo prendevo coscienza del fatto che in PK Fantasy c’era del buon materiale e poteva diventare qualcosa di più che una fanfiction.

In questa fase Rita Micozzi, Nicolò Assirelli e Matteo Vattani, con cui collaboravo per PKers, mi aiutarono moltissimo buttando giù il character design. Naturalmente all’epoca tutti noi eravamo ancora studentelli delle scuole di comics, quindi questi disegni non li troverete all’altezza dei nostri standard professionali attuali, ma mi fornirono comunque un primo blocco di concept art che mi permise di inquadrare visivamente il progetto.

Continua nella seconda parte >

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