Jinder

“Scusa, non ho ancora capito se sei un uomo o una donna.”
“Mettiamola così. Ti piacciono le sorprese?”

I jinder sono una razza di esseri umani dotata della capacità di cambiare sesso al volgere del giorno e della notte. Provengono da un’isola misteriosa e sono contraddistinti da un forte carisma.

Descrizione

I jinder sono facilmente identificabili sia per l’aspetto che per i modi.

È possibile riconoscere un jinder a prima vista dal tatuaggio magico che ciascuno di loro porta sulla fronte: un sole di giorno, che diventa una luna di notte. Questo tatuaggio viene loro impresso poche settimane dopo la nascita, durante un rituale battesimale a cui partecipano parenti e amici della famiglia del piccolo. Ogni famiglia ha un tatuaggio personalizzato dal quale è possibile risalire alla parentela di chi lo porta.

Circa la metà dei jinder non esibisce tratti somatici molto pronunciati in senso maschile o femminile; come donne sono abbastanza androgine, come uomini lievemente efebici. Alcuni cambiano talmente poco che è difficile capire a colpo d’occhio se siano maschi o femmine. Questo tuttavia non vale per tutti, molti jinder infatti mostrano dei cambiamenti di aspetto decisamente più estremi in senso mascolino o femmineo. La differenza tra le loro due forme è quindi molto soggettiva.

Per tradizione la maggior parte dei jinder porta i capelli lunghi e il volto senza barba, dato che i loro continui cambi di sesso non favoriscono particolarmente la crescita di peli. Tendono inoltre ad avere un aspetto molto curato, con carnagioni luminose e chiome fluenti che cercano di tenere il più possibile lucide e pulite. I colori variano dal nero al castano al biondo al rosso fuoco, quest’ultimo tutt’altro che raro. È inconsueto, invece, che i jinder perdano i capelli con l’avanzare dell’età.

I jinder cresciuti nella loro terra natia tendono ad avere modi raffinati, e parlano con toni di voce regolari e suadenti. In molti ritengono che i jinder possiedano una notevole capacità di concentrazione, oltre che un certo richiamo seduttivo.

Gli abiti tradizionali e le armi dei jinder sono molto simili a quelle giapponesi. I jinder amano le stoffe pregiate e i vestiti confezionati con colori sgargianti.

La durata della vita di un jinder è identica a quella umana.

La doppia natura dei jinder

Il fatto che i jinder siano in grado di cambiare sesso ha fatto sorgere una marea di dicerie sul loro conto, la maggior parte delle quali frutto dell’ignoranza di chi non conosce a fondo la loro razza. Una voce persistente, ad esempio, sostiene che sono ermafroditi, mentre altre li descrivono come individui ambigui e lascivi o li bollano sbrigativamente come “invertiti”. Di certo per l’euriano medio, toriano osservante e abituato a un’idea ben definita di “uomo” e “donna”, il concetto di persone che possono cambiare sesso con la stessa facilità con cui ci si cambia un abito risulta quantomeno imbarazzante. Ma quanto c’è di vero in questa visione dei jinder?

È senz’altro vero che, avendo una doppia natura, per i jinder la bisessualità è del tutto normale, mentre riconoscersi in un solo sesso nella loro società è considerato anomalo e contro natura. La capacità di amare dei jinder non è limitata dall’appartenenza del partner a un sesso preciso, e questo rimane valido anche nei confronti di chi non appartiene alla loro specie. È vero anche che i jinder hanno in generale una mentalità molto aperta verso tutto quello che riguarda la sessualità, ad esempio non disdegnano per nulla la poligamia (nel loro ordinamento giuridico è consentito per ogni adulto avere fino a tre coniugi). Tuttavia chi li vede come esseri laidi dalla moralità torbida commette un grave errore: semplicemente, i jinder rispondono a un diverso ordine di valori per tutto quel che riguarda la sfera sessuale e relazionale. Queste differenze hanno un’origine sia fisica che culturale che affonda le radici nella filosofia che li ha plasmati, il pensiero eluwilliano.

Origini – La dottrina di Eluwill

I jinder provengono da un’isola dell’oceano astrale chiamata Elune, che è celata da un potente incantesimo e quindi raggiungibile solo con mezzi magici. La loro storia inizia proprio al tramonto dell’era degli shyit durante la grande diaspora, quando un filosofo elfico in fuga dalla guerra civile di nome Eluwill si ritirò a vivere sull’isola, che a quel tempo era popolata da umani primitivi.

Eluwill era convinto che tutta l’insoddisfazione e l’infelicità che covano nella natura umana dipendono dalla suddivisione del genere umano in due sessi, dato che secondo la dottrina da lui sviluppata, un tempo uomini e donne erano riuniti in un unico essere perfetto e felice che amava sia se stesso che i suoi simili in modo totalizzante. Questi esseri umani primordiali ermafroditi prendevano il nome di ephilim. Il mondo degli ephilim tuttavia era sempre uguale a se stesso, privo di stimoli e di ricambio poiché questi esseri erano immortali e completi e non provavano alcun desiderio di accoppiarsi né di evolversi. Quando alcuni ephilim in cerca di nuovi stimoli si differenziarono in maschi e femmine per provare a riprodursi sessualmente, ruppero questa unità e da tale atto nacquero invidia, lussuria, tormento e infelicità che a loro volta generarono le guerre e la miseria che affliggono il genere umano (Eluwill faceva senza dubbio riferimento alla guerra degli elfi che stava segnando in modo drammatico quel periodo storico, ma secondo lui il ragionamento era valido per qualunque conflitto presente, passato o futuro).

Non a caso, sosteneva Eluwill, maschi e femmine, pur ferendosi a vicenda nei loro tentativi di interagire e comprendersi, si cercano costantemente per soddisfare l’istinto inconscio di riformare questa unità tra le due metà lacerate del loro essere. Eluwill riteneva dunque che l’unico modo per far cessare tutte le sofferenze dell’umanità fosse riunire in qualche modo i due sessi in un essere completo ma dotato anche della capacità di crescere, sperimentare e riprodursi. In un certo senso, quindi, pensava agli ephilim e all’umanità come a due fasi di un processo evolutivo che non era ancora stato portato a compimento. Questa corrente di pensiero prese il nome di jinderianesimo.

Va detto che non esiste alcuna prova che gli ephilim siano realmente esistiti; molto probabilmente questa razza mitologica è una pura invenzione dello stesso Eluwill, invenzione a cui non è chiaro se egli stesso credesse oppure no. Tuttavia si è trattato di una costruzione funzionale a veicolare il suo concetto che le sofferenze umane sono essenzialmente un prodotto dell’insoddisfazione sessuale, un’insoddisfazione che non è figlia di una ricerca del piacere fine a se stessa (come per gli elfi di Ealdis) ma di un vero e proprio bisogno spirituale di riunificazione e completezza.

Gli insegnamenti di Eluwill e le sue capacità come mago fecero presa sugli abitanti dell’isola al punto che questi iniziarono a venerarlo come un santone. La corrente di pensiero da lui promulgata prese piede e fu tramandata alle generazioni successive divenendo il pilastro fondante della raffinata cultura eluniana. La stessa isola prese il nome di Elune, traendo ispirazione dal nome di Eluwill. Il celebre filosofo, tuttavia, non lasciò ai suoi isolani soltanto una nuova visione del mondo ma anche un’eredità biologica che li trasformò in una specie umana del tutto nuova e particolare.

Verso la fine della sua vita, infatti, Eluwill riuscì a mettere a punto un incantesimo per tramutare un individuo nel sesso opposto e viceversa seguendo il ciclo del sole e della luna. Attraverso un mix di droghe, alta magia elfica e condizionamento mentale, Eluwill trasformò i suoi discepoli più fedeli nei primi jinder. Questa pratica si diffuse gradualmente a tutti gli isolani che generazione dopo generazione l’assorbirono al punto che cambiare sesso divenne una capacità spontanea e permanente degli eluniani.

Per bizzarra che possa sembrare agli estranei la cultura jinder, bisogna ammettere che su Elune crimini e violenza sono rari e la violenza sessuale è praticamente inesistente, inoltre le famiglie allargate sono mediamente più felici e allevano figli più sereni perché la minore pressione sociale per acquisire un ruolo definito rende gli individui più liberi di essere se stessi. Questo ordine sociale, unito a un livello generale di libertà sessuale molto alto, rende Elune tutto sommato un gran bel posto in cui vivere… sempre che uno straniero sia disposto ad accettare i costumi locali!

Biologia

I jinder non sono l’unica specie del regno animale in grado di cambiare sesso, in natura ne esistono molte altre, particolarmente tra i rettili; ma in nessuna si verificano cambiamenti così repentini e di tale portata. Il fatto che tali cambiamenti avvengano in una specie umana rende i jinder ancora più unici. Questa loro capacità ha generato grande stupore e curiosità fin dal momento in cui gli eluniani hanno ripreso contatto con le civiltà che si sono diffuse nel continente euriano. Come possono esistere degli esseri che sono allo stesso tempo maschi e femmine, si sono domandati in molti?

Guardiamo ai fatti. Il primo punto da chiarire è che i jinder non sono affatto ermafroditi o neutri come molta gente crede, semplicemente il loro corpo è soggetto a un particolare ciclo ormonale dai contorni soprannaturali che fa sì che il loro sesso cambi a seconda del momento della giornata. Questo però non significa che i jinder siano allo stesso tempo maschi e femmine; a parte nei momenti in cui si trovano in uno stato di transizione, i loro organi riproduttivi assumono una conformazione ben definita in un senso o nell’altro. Anche tra i jinder, l’ermafroditismo vero e proprio, che solitamente è la conseguenza di un ciclo di metamorfosi difettoso, è considerato una patologia.

La trasformazione inizia al calare e al sorgere del sole. Osservando un jinder in questi momenti è possibile notare dei cambiamenti graduali che in brevissimo tempo trasformano un uomo in una donna o viceversa. Il tempo esatto richiesto dalla metamorfosi varia da persona a persona, può andare da un minimo di 2-3 minuti a una mezz’ora (è più breve nei bambini e nei giovani, mentre si allunga nei jinder anziani) ma in media è di 9-12 minuti.

Durante questa trasformazione, gli organi riproduttivi del jinder cambiano forma, funzione e posizione in modo comparabile a quanto avviene a un feto durante il suo sviluppo. Perfino il tessuto osseo, muscolare e grasso si rimodella per assecondare il cambiamento di sesso.

Quando cambiano, i jinder di solito non provano dolore, soltanto un senso di formicolio diffuso in tutto il corpo a cui sono abituati fin da piccoli che si accompagna a una moderata accelerazione del battito cardiaco. Alcuni jinder tuttavia soffrono di sbalzi di pressione e vampate durante le loro trasformazioni.

Quando un jinder raggiunge un’età molto avanzata, può capitare che il suo ciclo di trasformazione diventi irregolare, dilatandosi nel tempo o interrompendosi del tutto. Di solito questo significa che al soggetto non resta molto tempo da vivere.

Può sembrare anche questa un’ovvietà, ma occorre sottolineare che i jinder non sono tutti maschi o tutti femmine nello stesso momento del giorno. Alcuni sono maschi di giorno e femmine di notte, altri il contrario. Questo assicura che ci siano sempre abbastanza maschi e femmine da formare delle coppie fertili.

A questo punto in molti si domandano come facciano i jinder a non estinguersi, dato che non dovrebbe essere possibile per loro portare avanti delle gravidanze. Cosa accade a un nascituro jinder se la futura mamma diviene improvvisamente… un papà?

Qui entra in gioco un altro meccanismo straordinario della fisiologia di questa specie: appena un jinder che si trova in forma femminile viene fecondato, l’embrione rilascia immediatamente delle potenti scariche di ormoni che bloccano il cambio di sesso della madre. Una jinder incinta resterà quindi una donna per tutto il periodo della gravidanza e tornerà al suo normale ciclo alternato solo dopo aver partorito – anzi, di solito questo periodo di stasi si protrae per diversi mesi anche dopo il parto per consentire l’allattamento, e il ritorno al ciclo metamorfico avviene in modo graduale, con cambiamenti mascolini inizialmente accennati che si fanno più prominenti nel corso di 2-3 settimane. Alcuni jinder soffrono di problemi psicologici e sbalzi d’umore durante le prime gravidanze proprio perché si trovano costretti a lungo in uno stato femminile fisso a cui non sono abituati.

Contrariamente agli altri esseri umani, i jinder non hanno un ciclo mestruale. Sono sempre fertili quando si trovano in forma femminile dal raggiungimento della pubertà fino alla menopausa.

Anche se alcuni jinder preferiscono la forma maschile o quella femminile per un loro gusto personale, il fatto che cambino continuamente sesso fa sì che il concetto di coppia tradizionale nella loro cultura perda di significato. Sono molte le coppie di jinder in cui entrambi i partner decidono di provare una volta o l’altra a portare avanti una gravidanza, alternandosi col partner nel ruolo genitoriale di madre o di padre. Alcune coppie i cui membri hanno una preferenza più spiccata verso un sesso, invece, decidono di assumere un ruolo genitoriale più definito e duraturo, pur continuando col loro quotidiano ciclo di trasformazione.

Cosa accade però quando si forma una coppia di jinder che nello stesso momento della giornata sono entrambi maschi o femmine? Nulla di particolare, ma nel caso decidano di avere un figlio uno dei due dovrà spostare il proprio ciclo. Tutti i jinder, infatti, possono reimpostare il proprio ciclo di trasformazione sottoponendosi a una particolare cura ormonale della durata di alcune settimane al termine della quale il cambiamento di sesso risulta invertito rispetto a prima – dunque chi diventava una femmina di giorno e un maschio di notte, sarà un maschio di giorno e una femmina di notte. Questa terapia tuttavia è piuttosto stressante per il fisico di un jinder, perciò di norma non vi si ricorre senza una ragione. Può essere somministrata più volte nel corso della vita, anche se ripeterla più di tre o quattro volte non è affatto salutare.

Attraverso la meditazione e l’assunzione di certi medicinali, alcuni jinder riescono a esercitare un controllo volontario sul loro cambio di sesso giornaliero, trattenendolo o accelerandolo per alcune ore o addirittura bloccandolo per qualche giorno. Esistono tutta una serie di discipline avanzate che consentono a un jinder che le pratichi di controllare meglio i suoi cambiamenti ormonali.

Per finire, una domanda che si fanno in molti: il ciclo di trasformazione dei jinder è realmente legato al sorgere e al calare del sole oppure no? La risposta è: ni.

Quella dei jinder è una funzione fisiologica naturale che in realtà avviene a prescindere dal movimento degli astri, secondo lo stesso principio per cui le persone hanno bisogno di dormire in un certo momento della giornata. Un jinder isolato in un luogo in cui il sole non si vede cambierà comunque sesso alla stessa ora di sempre, anche se nel caso questo isolamento si protragga, il suo organismo potrebbe andare in confusione e spostare l’orario di alcune ore. Comunque, dato che la precisione dei cambi di sesso è assai maggiore dell’insorgere del sonno, è plausibile che la luce del sole svolga un ruolo importante nell’innescare la trasformazione. Il tatuaggio che i jinder hanno sulla fronte invece cambia a seconda del ciclo solare, ragion per cui il suo aspetto potrebbe non coincidere sempre con la forma attuale del jinder.

Cultura e religione

I jinder sono poco interessati alla religione intesa in senso tradizionale, dato che la loro società si basa sulla filosofia eluwilliana che è, fondamentalmente, un pensiero di ordine laico, che a partire da alcuni aspetti mitologici realizza un avanzato esperimento di ingegneria sociale basato su libertà ed eguaglianza tra i sessi. Contrariamente a quanto molti sembrano pensare, nemmeno il culto di Phallos raccoglie grandi proseliti nella loro società, dato che la cultura jinder non ha una natura fondamentalmente edonistica ma spirituale, dunque la loro non è una ricerca del piacere fine a se stessa, ma una ricerca di completezza e pace interiore. Questa ricerca avviene tuttavia attraverso una forma avanzata di umanesimo piuttosto che attraverso la comunicazione con un essere trascendente, quindi per un jinder l’idea di votarsi completamente a una divinità risulta poco appetibile.

Anche se “bastano a se stessi” in molti sensi, i jinder si dimostrano curiosi verso le altre culture, ma spesso non riescono a comprenderne alcuni aspetti. Ad esempio i jinder non capiscono perché le altre società si sentono legate all’idea rigida di come una famiglia dovrebbe essere formata e perché le persone sentono il bisogno di ruoli fortemente definiti. La loro particolare natura fa sì che spesso non vengano compresi a loro volta.

Lingua dei jinder

I jinder parlano un loro idioma, l’eluviano, che deriva direttamente da una commistione tra elfico antico e la lingua degli isolani originali. E’ una lingua molto raffinata e scorrevole con delle tonalità suadenti e dotata di un timbro regolare.

Nemici dei jinder

I jinder sono un popolo accogliente e pacifico che tende a farsi pochi nemici. I loro avversari sono soprattutto quelli che respingono la loro cultura, dunque trovano inimicizie nelle religioni che non gradiscono la loro idea fluida di società e famiglia, come il culto di Deir (particolarmente sprezzante nei loro confronti) e le frange più integraliste della chiesa toriana.

Per una questione di vicinanza geografica, c’è un certo scambio con gli elfi di Ealdis, anche se le due culture restano sostanzialmente separate. Sul continente euriano vivono poche centinaia di jinder, dunque sono in molti a non averne mai incontrato uno.