Il ritorno al romanzo
Dopo questa grande tempesta creativa purtroppo i progressi subirono un rallentamento, dovuto a vari motivi. I disegnatori che mi aiutavano ai tempi di PKers ormai erano volati verso altri lidi per realizzare ciascuno la propria carriera professionale, e anche noi, alle prese con i primi lavori (e le prime rogne), avevamo sempre meno tempo da dedicare al progetto. Alla fine del 2005 io e Rita partecipammo al primo Lucca Project Contest presentando un altro progetto che arrivò in finale, ma senza raggiungere il podio. Ci rendemmo conto che dovevamo ancora perfezionarci e questa battuta d’arresto durò un paio d’anni in cui come fumettisti realizzammo poco e niente. Concepire ancora Darkwing come serie a fumetti, con le forze di cui disponevamo, era diventato sostanzialmente impossibile.
D’altro canto questo periodo di stallo segnò un mio rinnovato interesse per la scrittura e la narrativa, che avevo lasciato indietro da quando avevo smesso di scrivere fanfiction. Frequentai alcuni corsi di scrittura e ripresi in mano sia i vecchi episodi di PK Fantasy che il soggetto di Duckwing e decisi di ripartire da quel materiale per rielaborare il tutto in forma di romanzo (proposito in realtà mai abbandonato perché avevo da parte una bozza del primo capitolo fin dal 2003). Ironia della sorte, dopo varie trasformazioni il cerchio si chiudeva e il progetto tornava alla forma originale, perfezionato.
Immaginate di dover rimettere insieme un lavoro di anni, caotico, sparso su decine di pagine di appunti e disegni appartenenti a diverse epoche della vostra vita, e capirete cosa volle dire dare una forma presentabile a un simile marasma!
Comunque, attraverso varie revisioni, riuscii a rimettere in sesto l’intero progetto. Verso la fine del 2007 il primo libro era pronto, e alla fine del 2008 fu la volta del secondo. In realtà, la suddivisione è arbitraria; i primi due libri sono stati scritti insieme come una storia unica, e divisi solo per motivi di lunghezza… infatti in un formato 15×23 il testo raggiungeva quasi le 1100 pagine. Niente male, eh?
L’autoproduzione
Cominciai a far girare il manoscritto… ma senza molto successo. Gli editori più grandi non mi risposero o mi diedero picche, con certi preferii risparmiarmi la fatica. Ebbi altri contatti con editori medio-piccoli con risultati incoraggianti ma senza concludere nulla. Fui tentato anche da editori a pagamento e agenzie di editing ma decisi di evitare chiunque mi chiedesse soldi e di tirar dritto. Ero partito con la grinta di un leone, e mi ritrovavo a girare per le fiere con lo sguardo sconsolato e le costole sporgenti, in cerca di uno gnu malaticcio da sgranocchiare.
A un certo punto, mi ero semplicemente stancato di aspettare. Darkwing stava iniziando a somigliare sempre meno a un romanzo e sempre più a una spina nel fianco, che continuava a risucchiare le mie energie e le mie speranze senza produrre alcun risultato concreto. Volevo vederlo pubblicato, tenerlo in mano una buona volta, non per vanità, ma per un semplice senso di realizzazione delle mie fatiche. Così mi dissi: “Chi se ne importa. Mi autoproduco e vedo che succede, se non altro ho delle copie decenti da dare in giro.”.
Nell’agosto 2010 feci uscire la prima edizione de La Spada dai Sette Occhi su ilmiolibro.it. Nonostante l’impegno profuso, l’assenza di un editor si fece sentire e nel libro si notarono parecchi refusi, così mi affrettai a pubblicare una seconda edizione riveduta e corretta in ottobre che includeva anche qualche miglioria al testo. Comunque volevo ancora trovare un editore, infatti il mio obbiettivo principale non era vendere il libro in questo modo ma avere la praticità di poter ordinare quando volevo delle copie da distribuire senza dover macinare migliaia di pagine sulla stampantina di casa. Volevo presentare agli editori una cosa che dicesse: “Ecco, è tutto fatto: dovete solo metterci i soldi, che potete desiderare di più?”
Mi bastò qualche giro per iniziare a temere di aver fatto un errore madornale. Diversi editori mi guardavano storto quando tiravo fuori le copie, e uno a cui il libro piacque rifiutò comunque di pubblicarlo perché mi ero autoprodotto. Mi resi conto con orrore che gli editori erano spaventati o semplicemente indispettiti dal vedersi mettere sotto il naso una cosa già realizzata che non potessero plasmare a loro piacimento, mentre io, peccando di ingenuità, avevo fatto tutto proprio per risparmiargli la fatica. Ogni volta che c’era una fiera partivo con un pesantissimo pacco di libri a tracolla, e sistematicamente tornavo a casa con le suole consumate, le spalle doloranti e una sacca semivuota di copie che mi costavano soldi e finivano in mano a persone che nella maggior parte dei casi le avrebbero buttate da una parte senza neanche sfogliarle. Sentivo che il mio lavoro era invano e attraversai molti momenti di sconforto, in cui pensai semplicemente di lasciar perdere tutto – del resto con “Nihal” e le altre saghe delle major che invadevano le librerie, nessuno avrebbe sentito la mancanza del mio piccolo, stupido sogno.

Sentirsi insignificante: lo stai facendo nel modo giusto.
A dispetto delle difficoltà preferii però andare avanti, e pochi mesi dopo feci uscire una pre-release de L’Armata degli Scheletri per alcuni lettori affezionati, senza però diffonderla apertamente perché avevo il timore che pubblicando un secondo libro per conto mio nessun editore si sarebbe più interessato al progetto. Non so se questo si sarebbe rivelato vero oppure no, fatto sta che sentivo su di me l’atteggiamento punitivo e ostracista del mondo dell’editoria ufficiale verso un autore autoprodotto e decisi di mantenere un basso profilo finché non si fosse presentata l’occasione giusta.
Quell’occasione arrivò quando un bel giorno, ricevetti l’email che aspettavo da dieci anni. Venni contattato da Ute Libri che aveva visto il sito e si mostrò interessata al progetto senza alcun pregiudizio di sorta. Dopo alcuni mesi necessari a organizzare la startup gli accordi vennero definiti rapidamente e il libro vide ufficialmente la luce nel novembre 2012.
Potrei prendere questa storia a dimostrazione di qualcosa di metafisico, ma non lo farò. I casi della vita sono mille e in mille modi le cose sarebbero potute andare diversamente. Quello che voglio dire invece è soltanto che Darkwing è cresciuto con me e porta con sé tanti valori importanti della mia vita. Ha attraversato l’età dell’innocenza, una progressiva maturazione, momenti di crisi e di rinascita, progredendo un passo alla volta fino ad assumere la sua forma attuale, e a tutt’oggi continua a cambiare man mano che scrivo la mia storia personale. Il fatto che sia sopravvissuto a tutto questo testimonia una specie di miracolo perché di occasioni per morire ne ha avute a decine. Ma nonostante tutto, ha sempre lottato per vivere. E spero, col sostegno dei miei lettori, che continuerà a prosperare.
Il resto, è una storia ancora tutta da scrivere.
Stupenda da leggere, conoscendoti da “sempre” (1996), e scoprendo tutto quello che hai fatto da allora ad oggi, in questo campo.
Un caro abbraccio
Nicola “ATMB” Del Monaco
Grazie mille Nicola e un abbraccio ricambiato anche a te.