Karrush

Anche se gli euriani definiscono “karrush” tutti gli orchi provenienti dalle lande del nord, si tratta di una grave inesattezza: i veri Karrush sono quelli che provengono dalle montagne della penisola del Kazmir. Se gli orchi selvaggi sono assimilabili ai barbari che premevano ai confini dell’impero romano, i karrush assomigliano di più ai vichinghi. Hanno una vocazione guerriera più profonda e di maggior disciplina, infarcita di spiritualità, inoltre formano tribù stabili ben organizzate e costruiscono villaggi guidati da un sistema di governo monarchico, in cui si praticano artigianato, allevamento e agricoltura. Le donne hanno un ruolo subordinato agli uomini, ma se dimostrano il loro valore possono ottenere un posto di rilievo nella classe guerriera. Caso praticamente unico tra gli orchi “barbari”, i karrush producono manifestazioni artistiche, particolarmente nel campo della musica e della pittura, e per quanto tali opere non siano nulla di sofisticato suscitano emozioni potenti che esprimono la fierezza della loro cultura. Sono ottimi navigatori, usi a compiere razzie lungo le coste; le loro incursioni si spingono fino alla Repubblica di Antarsia, creando seri problemi al commercio marittimo. La maggior parte delle tribù karrush venera Orkul, ma alcune, in buoni rapporti col governo di Kavish, abbracciano il culto di Adengard e si oppongono alla pirateria.

I karrush portano lunghe barbe, baffi intrecciati e sono abituati ai climi freddi. La loro pelle è più chiara di quella delle altre razze di orchi, con una tonalità verde tendente all’azzurro.

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